La Croce Cosmica

La Croce Cosmica

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Cristianesimo

Il mistero dell’Amore, l’Uomo

La nostra cultura occidentale, pur avendo diffuso per millenni una morale cristiana, oramai dimentica dello spirito-uomo, presuppone che non vi sia più alcun nesso tra l’evento accaduto duemila anni fa e la nostra questione Sociale. Eppure troviamo, nelle Scritture, parabole sulla capacità di ciascuno di coltivare e impiegare i “propri” talenti affinché fruttino per noi e per gli altri.

  • La forza della libertà è la responsabilità che io ho di fronte ai miei talenti.
  • La forza della fratellanza è la responsabilità che io ho di fronte ai talenti di tutti gli altri.

Amare i propri talenti ci rende liberi e amare i talenti di ogni essere umano ci rende fratelli, o meglio, diventiamo amanti nel condividere una vera sociale fraternità. 

Questo sarà possibile solamente dopo aver superato un totale egoismo: dal voler tutto per noi, fino al diventare tutto per l’altro: «Ama il prossimo tuo come te stesso», non più di te stesso. E questo come apre la sfera centrale del Sociale: l’uguaglianza. Non finisco mai di meravigliarmi quando scopro nei Vangeli quanto impulso al Sociale vi sia impresso. 

E grazie a un eros conoscitivo del Cosmo e dell’uomo, la questione Sociale può esser fatta aderire a quanto proposto da Rudolf Steiner nella sua “Triarticolazione dell’organismo sociale” (Cultura – Politica – Economia).

Una lettura del Vangelo che considera la chiave di svolta scientifico-spirituale ci consente di interpretare i primi tre passi della Passione di Cristo nell’ambito del Sociale. 

Dei sette gradini, i primi tre: 

  • “lavanda dei piedi”, “flagellazione”, “corona di spine” hanno piena attinenza anche con la sfera della: 
  • Fratellanza
  • Uguaglianza 
  • Libertà.

Nella “lavanda dei piedi” abbiamo l’esempio di chi, invece di disprezzare o sfruttare chi è rimasto indietro, si pone al servizio dell’altro. 

Una fiducia nei talenti altrui tale da incoraggiarne la crescita, così da sfociare nella sfera della fratellanza.   

In questa azione dell’Io sono (altro Nome del Cristo) abbiamo la forza dell’amore che dall’alto del Mondo spirituale non disdegna la materia che si trova più in basso, anzi la ama tanto da trasformarla. 

Perciò, attraverso la conoscenza amante del Mondo, il “caso”, a cui viene attribuita ogni “causa” si trasforma in karma e l’amore si esprime nel chinarsi agli altri e nel rimuovere dai loro piedi ogni impedimento al loro cammino di crescita. Nell’episodio della “flagellazione” possiamo vedere la forza dell’equilibrio tra i colpi di destra e di sinistra, tra diritti e doveri, se vogliamo.

E solo coltivando un equilibrio interiore potremo esercitare equanimità anche nel Sociale, dove siamo tutti uguali in quanto esseri umani. Non ci sono percentuali di uomo. Comprenderemo che, tra queste oscillazioni fra diritti che facciamo valere e doveri che ci vengono imposti, solo una forza ci permette di restar in equilibrio, ed è l’Amore, che dà più di ciò che è giusto.

Un’altra oscillazione tra sinistra e destra la possiamo ritrovare nel cosiddetto rapporto di “premio e castigo”. Occorre renderci conto che queste aggiunte o sottrazioni all’uomo sono del tutto disumane, in quanto derivano dall’esterno e non hanno niente a che vedere con la dignità dell’essere umano. 

Ognuno di noi è “tanto” e anche “meno” di quello che è divenuto in base alla propria libertà, né più né meno di ciò che è: questa è la pari dignità di ogni essere umano. Castigare qualcuno, a cui resta un vuoto per quanto poteva acquisire, è già un tale supplizio che sarebbe assurdo da parte della Divinità aggravarne ulteriormente il dolore. Mentre gli resta in modo indelebile, nelle sue forze, ciò che positivamente ha conseguito.

La terza sfera che possimo aprire, non in ultimo ma già agli inizi, è quella della libertà. La capacità di aver un pensiero libero da condizionamenti istituzionali, da dogmi ecc. 

Ma il “pensare” fa sudare: è fatica.

Un pensare ordinario, materialistico, “punge” dentro la testa, fa “sanguinare” il cervello, ma il superamento di questo dolore ci renderà “sovrani” nella nostra forza pensante. Siamo tanto pigri nel nostro pensare che preferiamo l’ignoranza conoscitiva, quasi ne fossimo giustificati… persino dal Cristo: «Perdona loro perché non sanno ciò che fanno»

Ma queste parole, dette dal Logos, erano consone alla coscienza “bambina” dell’umanità di duemila anni fa. Da allora l’essere umano si è evoluto nella propria capacità di pensare: pensiamo alla differenza di coscienza tra un bambino di sei anni e un adulto. Tra l’altro un pensare non autonomo rende aggressivi! mentre non essere ancorati ai propri pensieri ci fa indietreggiare per la paura. 

Abbiamo anche in questa terza peculiarità della dimensione umana – il pensare – un andamento che tende dall’avanti aggressivo all’indietro pauroso, dove manca sempre questo equilibrio centrale dell’amore, di una conoscenza amante, che possa capire l’altro.

L’Uomo si sviluppa nella “croce” del giusto rapporto di questo triplice mistero di fratellanza (tra l’alto e il basso), uguaglianza (tra destra e sinistra) e libertà (tra avanti e indietro). Da questi brevissimi accenni, vediamo quanta saggezza e lungimiranza sia contenuta negli scritti del Nuovo Testamento che, per lo più, vengono non solo ignorati ma disdegnati. Questo disdegno ci rende indifferenti agli esseri umani e non ci permette di conoscerci, producendo un’antipatia verso l’altro, che diventa un nemico nel momento in cui non rispecchia il nostro punto di vista.

Tale atteggiamento comporterà, nella nostra quotidianità, un procedere con freddezza morale e odio tanto da diventar dei parassiti delle istituzioni terrestri (dal basso) causando un sentimento anti-sociale e sentendo come veleno tutto ciò che di spirituale (dall’alto) viene incontro all’umanità.

Occorre rendersi conto che non vi sarà alcun Cristo che verrà a salvarci se non inizieremo autonomamente e liberamente a incamminarci verso di Lui: questa è la Sua seconda venuta. Salvezza può esserci solo se agiamo individualmente, prima in chiave di conoscenza che diviene libertà e poi con amore di azione verso l’altro affinché diventi libero anche lui. In altre parole, prima del Cristo non era possibile avere accesso a queste forze di amore, che poi sono forze di conoscenza, perché non c’è amore senza conoscenza. Ignorare tali forze significa semplicemente non avere ancora incontrato questa Entità che ci accompagna nel nostro cammino.

Le tre forze dell’anima umana che si distinguono nel pensare, nel sentire e nell’agire possono essere riproposte nel mondo attraverso il richiamo degli ideali della Rivoluzione Francese, attualizzandoli nella “Triarticolazione dell’organismo sociale” così da nutrire ed esercitare l’anima cosciente di ognuno di noi.

  • Conoscere l’essere umano significa diventare liberi.
  • Amare l’essere umano significa esperire ogni giorno l’uguaglianza universale umana.
  • Servire l’essere umano significa vivere ogni giorno la fratellanza.

E come, agli inizi, un cristianesimo sosteneva che siamo stati creati per conoscere, amare e servire Dio, così possiamo dire, in chiave cristica, che siamo nati per conoscere, amare e servire l’Essere Umano in ogni uomo.

Somma dell’amore è l’aver messo nel Cosmo tutte le possibilità evolutive.

Pietro Archiati 

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