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Futuro migliore

Ultima Generazione: l’attivismo come soluzione per un futuro migliore

In questo nuovo numero di Salute Plus, abbiamo intervistato il personale di Ultima Generazione, un’organizzazione attivista il cui obiettivo è quello di informare la popolazione sui rischi dati dal finanziamento delle energie fossili e sulle opportunità che invece possono garantire le energie rinnovabili.

Buongiorno, vorrei partire da uno dei problemi per cui lottate: quello del cambiamento climatico. Come il cambiamento climatico influisce sulla salute? Quanto è grave e urgente gestire questo problema nel nostro pianeta? 

Buongiorno, grazie a voi per l’opportunità. Salute e inquinamento sembrano essere problemi su scala locale, mentre in realtà oggi parliamo di problemi globali che l’uomo si ritrova ad affrontare, legati alla sopravvivenza della specie e allo stravolgimento del clima. Le comunità locali infatti hanno avuto sempre problemi simili da affrontare che tuttavia erano sempre su una porzione di territorio e perciò causavano azioni di migrazione verso nuovi territori, alla ricerca di nuovi accordi commerciali e nuove tecnologie. Ad oggi la specie umana è sempre più a rischio estinzione a causa del cambiamento del clima che rende sempre più inabitabili interi continenti, come l’Africa e zone come quelle del Mediterraneo che riguardano anche la nostra Italia e in particolare la Sicilia.

Quello che ci si chiede è come in futuro si affronteranno le nuove migrazioni, visto che si parla di numeri 100 volte più grandi rispetto alla migrazione ucraina dell’ultimo anno. E la paura sta anche nel fatto che, quando saranno gli italiani a chiedere aiuto, probabilmente troveranno le porte di altri paesi sbarrate, come avviene oggi per popolazioni di migranti di altri paesi. 

Recentemente Ultima Generazione ha preparato un’azione al Traforo del Monte Bianco, di cui si possono vedere alcune immagini particolarmente toccanti.

immagini

Ognuno di noi deve comprendere il rischio che sta vivendo con il passare dei giorni. Ad esempio, io in prima persona – ultrasessantenne – non solo penso alle future generazioni ma anche alla mia che tra qualche anno si ritroverà in una condizione di vecchiaia e fragilità in un contesto difficile a causa del cambiamento climatico. Basti pensare all’estate, a come i colpi di calore colpiscono maggiormente la popolazione anziana e a come negli ultimi anni abbiamo raggiunto temperature di quasi 50° che hanno complicato ogni giornata sia ad adulti che a bambini.

Quando il Segretario delle Nazioni Unite parla di come abbiamo perso la sfida per rimanere entro l’aumento medio di 1.5°, bisogna analizzare bene quest’affermazione. Con aumento medio si intende infatti che la temperatura è aumentata – in alcune giornate anche di 10°, un numero che decisamente spaventa i più. 

Quali sono le persone che vi supportano nelle vostre azioni?

Le persone che supportano la campagna di Ultima Generazione sono persone che sacrificano la propria comfort zone e vanno incontro a rischi legali, perché le azioni che commettono molto spesso – nonostante siano solo di disturbo – prevedono anche anni di carcere.

I veri colpevoli di questa situazione sono i governi che continuano a finanziare l’industria fossile (l’anno scorso l’investimento è stato pari a 41 miliardi) e progetti che fanno male all’ambiente. L’Italia è ad esempio il sesto finanziatore al mondo per l’energia fossile, davanti ad esempio ad un paese come la Russia.

Questa è quindi la strategia di Ultima Generazione: basata sul contrasto e sulla volontà di creare una piccola disubbidienza che disturba le persone, per invitarle a realizzare che le attuali azioni del governo sono negative per la popolazione.

Qual è il fine ultimo e l’obiettivo che vi ponete con le azioni di Ultima Generazione?

Queste azioni vengono proprio fatte per far discutere la gente sul problema dello stravolgimento climatico, un problema che è stato nascosto ancora più di 50 anni fa. Il nostro obiettivo è quello di informare le persone sull’importanza di un’azione concreta nel più rapido tempo possibile e con il fine ultimo di unirsi a noi.

Abbiamo già cominciato con questo tipo di azioni, ad esempio qualche mese fa a Roma quando eravamo in una trentina, mentre il nostro obiettivo è di arrivare a 100 ad aprile e poi di crescere sempre di più. Tra i partecipanti a quest’azione c’è un mix di giovani e adulti/anziani che sono anche dietro le quinte dell’intero progetto, visto che ogni azione ha bisogno di supporto logistico, raccolta fondi e supporto informatico. Il nostro obiettivo è quello di tornare ad ottobre con ancora più persone, con numeri alti e con numeri tali da consentirci una risposta concreta da parte del governo.

Perché avete scelto e deciso di adottare questa specifica strategia?

Lo abbiamo fatto rifacendoci a studi sociologici. Infatti la sociologia afferma che le azioni non violente sono quelle con la massima probabilità di riuscita in tempi rapidi e vista la nostra necessità di tempi rapidi di azione, abbiamo seguito con convinzione questa strada. 

Vorrei parlare del tema del negazionismo soft. Il negazionismo classico è di comune conoscenza ed è ad esempio quello di Trump o Bolsonaro, mentre credo sia necessario soffermarsi su questo nuovo concetto. A fare negazionismo soft sono tutte quelle brave persone che sperano che con azioni come la raccolta differenziata e l’utilizzo della bicicletta possono cambiare qualcosa. Tuttavia questo non è abbastanza nel momento in cui si realizza che il consumo di CO2 di un anno dell’singolo individuo equivale ad un volo con un jet privato di 4 ore. 

Da quest’esempio si capisce come il problema parta dall’alto e di come siano necessarie azioni reali mirate alla riconversione energetica, all’efficientamento energetico e non al finanziamento delle energie fossili. Dopo l’azione di ottobre mi aspetto che concretamente pian piano non vengano dati soldi al fossile e che ci si cominci a rapportarsi con altre figure come associazioni dei consumatori, per discutere delle nuove proposte mirate all’incremento di energie rinnovabili a discapito delle fossili.

Ci sono altre organizzazioni con cui collaborate o che hanno i vostri stessi scopi, sia in Italia che all’estero?

A livello europeo rientriamo in A22 Network: la rete internazionale che collega tutti questi gruppi con la medesima modalità di azione e in cui le richieste di ogni gruppo sono differenti a seconda del paese di riferimento. Ciò che accomuna questi movimenti è lo scopo: la creazione di un disturbo. Un disturbo che varia a seconda della grandezza del gruppo e dove ad esempio, Ultima Generazione ha il più alto livello di disturbo ma la più bassa numerosità che porta quindi ad agire con più azioni durante l’anno, mentre ad esempio un movimento come Friday for Future agisce con un paio di manifestazioni all’anno ma con grande numerosità.

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