E’ ormai nota la presenza di interazioni reciproche tra attività mentale, comportamento, sistema nervoso, sistema endocrino e reattività immunitaria. Questo è anche l’ambito di una delle più importanti e attuali branche della medicina moderna, la PsicoNeuroImmunoEndocrinologia o PNEI, nella quale, l’approccio alla cura della persona non è settoriale, ma tenta di interpretare i sistemi psico-fisiologici, ossia le risposte adattative necessarie a tutti gli esseri viventi per sopravvivere e che, molto spesso, possono essere causa di patologia. D’altra parte poi, in modo molto spontaneo e naturale, è usuale attribuire la colpe di molteplici malesseri, allo “stress”, definibile come la risposta dell’organismo ai vari eventi della vita quotidiana. E’ comunque opportuno distinguere lo stress cattivo, o distress, dallo Stress “buono”, Eustress, ossia un imput fondamentale alla persona per essere stimolata, possedendo però il completo controllo della situazione e riuscendo ad affrontare in modo adeguato le richieste dell’ambiente esterno. Un certo grado di stress è quindi una condizione fisiologica normale che non può e non deve essere evitata. Quando tuttavia, si arriva all’eccesso, la sensazione emotiva è di aver perso il controllo sulla maggior parte delle situazioni, percependo le richieste provenienti dall’ambiente come superiori alle proprie energie e capacità.
Il nostro organismo è tarato per rispondere allo stress acuto, attraverso il meccanismo “combatti e fuggi”, come accadeva per l’uomo preistorico. Oggi tuttavia, le situazioni di estremo pericolo sono rare, e dobbiamo piuttosto abituarci a sopportare uno stress prevalentemente mentale, spesso protratto nel tempo, che induce l’organismo a rimanere per lungo periodo in condizioni di reattività, senza peraltro trovare una modalità di sfogo adeguata. Ognuno di noi, in presenza di una situazione stressante, ha pensieri differenti e quindi emozioni e comportamenti diversi e, situazioni normalissime per alcuni, possono rappresentare veri e propri ostacoli per altri. Il primo passo e’ quindi avere consapevolezza e conoscenza della propria personalità e dei propri limiti e se necessario cercare dei metodi che ci possano aiutare a controllare le nostre reazioni allo stress.
Alimentazione antistress L’alimentazione, come per ogni aspetto della salute, può rappresentare un primo importante strumento d’aiuto. In particolare può positivamente incidere agire sul benessere intestinale. L’intestino infatti, viene considerato come una secondo cervello, proprio per le interconnessioni esistenti tra i due organi. Basti considerare che, a livello intestinale, viene prodotta il 95% della serotonina, l’ormone del buonumore, e che, sempre nel tessuto intestinale è presente l’80% del sistema immunitario. E’ importante quindi mantenere l’intestino attivo e ben funzionante, evitando il più possibile cibi conservati, infiammanti per la mucosa intestinale, e assumere molte fibre, per favorire il transito. Vanno limitato inoltre, il consumo di caffè, alcolici, l’utilizzo di sale e di zuccheri raffinati, poichè possono interferire con il corretto assorbimento di importanti nutrienti.
Sono invece consigliati cereali integrali, frutta e verdura di stagione, semi oleosi e oli spremuti a freddo, ricchi di acidi grassi polinsaturi. Controproducente è inoltre l’accumulo di fame e le crisi di ipoglicemia che inducono stanchezza e nervosismo, risultando quindi preferibili i carboidrati a lento rilascio, quali la pasta, il riso, l’orzo e i legumi, preferibilmente integrali. Gli alimenti utili per promuovere il buonumore sono quelli ricchi di triptofano, un aminoacido esssenziale, fondamentale per la produzione di serotonina che, oltre ad essere “l’ormone del buonumore”, viene convertita in melatonina, necessaria per la regolazione del ritmo sonno-veglia. Il Triptofano è particolarmente abbondante in legumi, uova, carne, pesce, latte, formaggi e yougurt. Una buona quantità è presente anche nella cioccolata, negli arachidi e nei semi di sesamo.
L’antistress per eccellenza è poi il Magnesio, la cui richiesta aumenta in modo proporzionale all’aumento dello stress. Il magnesio è importante per la contrazione muscolare, può infatti mitigare le sensazioni dolorose provocate dalla rigidità di schiena, cervicali, intestino e stomaco. Importante per la trasmissione dei segnali nervosi, riduce il nervosismo e la tensione e favorisce il rilassamento e il sonno. E’ presente in abbondanza in tutta la verdura, soprattutto a foglia verde e nella frutta fresca. Altri importanti minerali sono il ferro, presente in lenticchie, fagioli, ceci, spinaci, uva passa, tofu e quinoa.
L’assorbimento del minerale può essere favorito dalla concomitante presenza di vitamina C, presente in verdura e frutta fresche e in particolare arance, kiwi, frutti di bosco, peperoni e broccoli. Un altro importante minerale è il calcio, presente nei broccoli e in tutte le crucifere, nelle verdure a foglia verde, nei fagioli, nei legumi, nelle mandorle, nei fichi e nelle erbe aromatiche, quali rosmarino, timo, maggiorana, menta, salvia, origano, importanti anche perchè possono rappresentare una gustosa alternativa al sale, per insaporire tutte le pietanze. Fondamentale è inoltre il corretto apporto di acidi grassi polinsaturi, necessari per la plasticità neuronale, presenti in particolare nel pesce, come salmone, trota, tonno, sardine, sgombro, ma anche nell’olio di semi di lino. A ognuno il proprio adattogeno Ogni popolazione, nelle diverse aree della terra, possiede il proprio rimedio magico, ossia una pianta adattogena, utilizzata sin dall’antichità per sopportare la fatica e sostenere il fisico. E’ curioso notare come siano le popolazioni abituate a sopportare le condizioni ambientali più estreme, soprattutto quelle che sopravvivono in alta montagna, a disporre di alcune delle piante con le maggiori capacità adattogene, consumate in funzione della loro attività tonica o stimolante. Siberia e Mongolia si trovano Eleutherococco e Rhodiola. Quest’ultima è un’erba perenne il cui nome significa rosellina e tra le popolazioni siberiane viene chiamata “radice d’oro” . Viene utilizzata per preparare una bevanda che aumenta la resistenza agli sforzi e aiuta a superare gli stati depressivi dei lunghi e freddi inverni siberiani. L’Olivello spinoso é tipico delle montagne himalayane, la Maca e la Coca sulle Ande. Altri adattogeni sono il Ginseng coreano,e l’Astragalo, originario della Cina, quest’ultimo impiegato nella medicina tradizionale cinese ormai da diversi secoli e descritto come “droga superiore”, in grado di tonificare l’energia vitale e aumentare la longevità. Importantissimo rimedio, anche per la Fitoterapia occidenatle, è la Whitania, originaria dell’India, e che, nel dialetto indiano viene definita Ashwagandha che significa “odore di cavallo”, riferendosi proprio alle proprietà toniche dell’erba che conferiscono energia sessuale al cavallo.